Disegnare per capire il mondo

Disegnare per capire il mondo
Modello in scala 1:100 del Duomo in esposizione al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano

Recentemente ho visitato il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano e ho avuto la possibilità di immergermi nella sezione dedicata a Leonardo da Vinci. Questa esperienza ha sollevato in me delle riflessioni su un tema con cui mi confronto spesso nel mio lavoro: il rapporto tra design e sviluppo.

Leonardo da Vinci, uno dei più grandi pensatori del Rinascimento, usava il disegno non solo come mezzo per esprimere la sua visione artistica, ma anche come strumento per comprendere il mondo e progettare nuove macchine. Un pannello al museo ricordava le sue prime esperienze nel "saldare la palla di Santa Maria del Fiore", evidenziando come, già in giovane età, Leonardo fosse affascinato dai meccanismi complessi e dalla loro applicazione pratica nella costruzione di edifici monumentali. La sua partecipazione alla costruzione della cupola del Duomo di Firenze, utilizzando macchine avanzate progettate da Brunelleschi, è un perfetto esempio di come il design, inteso come progettazione, non possa essere separato dalla sua realizzazione pratica.

Nel Rinascimento, il disegno divenne uno strumento potentissimo, usato non solo per rappresentare idee, ma anche per studiare la natura e comunicare concetti complessi tra diverse discipline. Leonardo usava il disegno per scomporre il corpo umano, studiando l’anatomia in modo dettagliato, ma lo utilizzava anche per disegnare macchine, prototipi e schemi ingegneristici, con lo scopo di migliorare la sua comprensione del mondo naturale e tecnologico. Il disegno diventava così un linguaggio universale, capace di parlare all’arte come alla scienza.

Questo mi ha portato a fare una connessione con il mio ambito lavorativo: spesso incontro una resistenza nel vedere il design come qualcosa di separato dallo sviluppo tecnico. Al contrario, design significa progettazione in senso profondo. Così come Leonardo usava il disegno per anticipare e capire il funzionamento delle sue macchine, oggi i designer utilizzano wireframe, prototipi e schemi per progettare interfacce e sistemi che poi gli sviluppatori devono costruire. In entrambi i casi, il design non è semplicemente una fase preliminare, ma è parte integrante del processo creativo che culmina nella realizzazione di un prodotto funzionale.

Un altro punto interessante emerso durante la mia visita è stato il modello del Duomo di Milano, rappresentato in scala 1:100. L’opera, iniziata sotto l’arcivescovo Antonio da Saluzzo e promossa da Gian Galeazzo Visconti, dimostra come la progettazione architettonica nel tempo fosse una vera e propria impresa tecnologica. La costruzione del Duomo ha richiesto innovazioni nel campo delle tecniche costruttive e nella gestione delle risorse, come l'uso del marmo, e mostra quanto la visione progettuale abbia dovuto integrarsi con la capacità di realizzare fisicamente un’opera così ambiziosa.

In un’epoca in cui si tende spesso a contrapporre design e sviluppo, la lezione di Leonardo e dei grandi costruttori del passato ci insegna che non può esistere buona realizzazione senza una solida base di progettazione. Il codice, i sistemi e le macchine devono essere immaginati prima di poter essere creati. E, in fondo, i migliori sviluppatori sono anche, in un certo senso, designer: progettano soluzioni tecniche per risolvere problemi complessi, seguendo lo stesso processo di analisi e visione anticipata che usava Leonardo.